Si narra che al tempo della creazione, quando arrivò il momento di creare i levrieri il buon Dio mise da parte l’argilla con la quale aveva creato il resto delle creature viventi e disegnò nel firmamento tre belle linee curve con la sua gran mano magica e mentre le disegnava diventarono luminose scie di stelle. La prima scia fu per la schiena, la testa piccola come una freccia e la coda lunga come il ricciolo di un nastro di seta nel vento. La seconda fu per la pancia snella e le zampe forti per correre tra le nuvole. E la terza fu per le zampe davanti, per percorrere una strada interminabile senza stancarsi mai. Quindi ordinò al vento di soffiare tra quelle scie di stelle per dar loro la vita. E fu così ché i levrieri si trasformarono nei figli del vento.
Infine il buon Dio si fermò e sorrise: era tanto felice che volle che tutte le sue creature gioissero dell’armonia e della bontà dei levrieri. Fu così che regalò ad ogni levriero un’anima d’oro che portava la luce. Si dice che da quel giorno i levrieri rimasero sospesi tra il cielo e la terra, appoggiati sul vento e risplendenti di luce. Ed è solo in quel luogo e con un cuore puro che gli umani possono incontrarli.