Il Viandante

E’ colui che vaga

da un aeroporto all’altro,

da una macchina a un treno e poi una nave,

con una spalla piegata dallo zaino

e ogni tanto un rumore di rotelle di trolley alle spalle,

che gli fa da eco più del borbottio della sua coscienza.

 

Il viandante percorre miglia su miglia,

instancabile e sempre scomodo,

e rimbalza come una palla di gomma impazzita:

batte sui muri e riparte seguendo un’altra traiettoria svergola.

Dorme in letti mai uguali e mangia colazioni ogni giorno diverse,

guarda fuori dai finestrini ovattati e mentre sogna

vede tutto il vuoto leggero del cielo e tutto il pieno della terra.

 

Il viandante talvolta si annoia perchè può solo leggere o ascoltare

non sa bene dove sta andando e perchè e pensa troppo,

ma viaggia comunque,

anche se non sa con chi parlare,

perchè lo hanno sempre lasciato da solo,

seguendo il filo degli eventi della sua esistenza presente.

 

Il viandante non si ferma mai troppo a lungo nello stesso posto:

scruta, agisce, si connette, interscambia, socializza e riparte,

insegue un pò di leggerezza e un pò di stupidità,

ma poi ritorna sulla traiettoria,

alla stregua di un pendolo, con un eterno motu proprio.

 

Il viandante parte senza salutare veramente nessuno,

e così lascia, prende, ritorna, riparte, sospende le situazioni,

le riprende, le stravolge, le rimette a posto e le archivia nella cloud,

perchè non ha memoria viva, non ha parole in sospeso, non ha bisogni inderogabili.

 

Il viandante non ha una vera casa, anzi: nel corso del tempo si libera degli oggetti,

regala e getta nel riciclo le sue cose che non gli servono più,

usa sempre gli stessi vestiti e poi li abbandona quando sono lisi,

non si fa possedere da una massa di oggetti inermi e ingombranti,

che poi un giorno qualcuno dovrà smaltire al suo posto,

piuttosto mira ad una condizione di minimalismo oggettivo.

 

Il viandante non spreca il suo tempo a preoccuparsi di mille cose,

perchè già sa che tanto quelle vanno comunque come e dove vogliono loro.

Si gode l’attimo, ed ha il pieno possesso del lusso.

Perchè questo è il vero lusso: godere dell’attimo, senza pensare a dove stai andando

o a quale sarà la prossima meta, una vale l’altra.

 

Il viandante però, un giorno, si fermerà e troverà la sua pace,

perderà la sua velocità e troverà una zona più elevata,

dove si lascerà cadere alle spalle tutto il chilometraggio percorso,

mollerà lo zaino a terra e farà rotolare il trolley da solo,

e da quel punto di vista privilegiato,

finalmente,

potrà guardare oltre.

 

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