Balthazar

Gesù arrivò a Gerusalemme a dorso di un mulo.

Asinarius, raccontato da Fedro, si toglie la pelle d’asino e si trasforma in un bel giovane.

Boezio ci riferisce che un asino vide una lira abbandonata in un prato, e cominciò a suonarla.

Tanti hanno visto, almeno una volta, un asino che vola.

E’ noto per la sua empatia, per la sua capacità di percepire il dolore del mondo e delle persone.

Gli asini sono creature straordinarie.

Sono secondi solo ai cammelli per capacità di vivere e lavorare in ambienti desertici.

Gli asini possono perdere fino a un quarto del peso corporeo per disidratazione e continuare a portare i loro carichi di fatica e dolore senza fiatare.

Gli asini sono schiavi di una vita, passano attraverso la storia delle famiglie, perchè vivono oltre 80 anni, e sono i testimoni delle viltà e del male insito nell’uomo.

Bresson ha messo a nudo la sua forza e la sua fragilità, e ha svelato la meschinità dell’essere umano, sfruttatore crudele della sua bontà.

Lo sguardo di un asino posato sul mondo moderno è impregnato di una grande tristezza che si spinge fino al più nero pessimismo.

Orgoglio, crudeltà, umiliazione, stupidità, violenza e sensualità sono presenti ovunque e fanno soffrire Balthazar, che rappresenta l’insieme delle creature.

In questo doppio, orrendo mondo, l’asino e tante altre creature sono prigioniere dell’uomo.

Schermata 2020-06-22 alle 02.37.42

 

 

 

 

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