tu non vuoi convincerti
tu sei assalito da questo senso di vuoto
tu sei ricolmo di noia impermeabile
tu sei in panico per via del tempo che scorre e non sai dove andare
tu credi di poter ballare ogni tanto ma sei incapace di fidarti delle tue gambe
tu vorresti fare, ma non fai un cazzo
tu vorresti nasconderti, ma non puoi
tu non vorresti perdermi, ma tu non puoi
tu sei esasperato ma guardati
questo senso costante di incompletezza, di mancanza di tutto e potere sul niente, questo porto che fa scappare le acque per scoprire aride rocce e poveri fondali, questo povero corpo che inerme incassa tutto lo sporco che si accumula dentro per colpa tua, questo profumo di quiete che solo tu puoi assaporare quando ti stendi nel tuo letto essenziale di lenzuola e mughetto, questa tastiera del pianoforte su cui abbatti le tue dita, che fa cadere il vento, accompagnandole con una melodia tutte le volte diversa, ti ricorda la fragilità di quel giorno in cui nel tuo silenzio hai scoperto esserci tutta la tua intimità, tutte le tue ore, infinite, che ritornano a tenerti l’unica dolce compagnia.
Quando è ora di andare a dormire, tutti dormono, e tu resti sveglio a guardare, perchè tu non vuoi andare a dormire.
Era già sera.